sabato 21 giugno 2008

C'era una volta la villa











C’era una volta una bellissima villa comunale sorta negli anni ’50, per volere dell’allora Sindaco Domenico Albanese, Medico e Senatore della Repubblica, che la realizzò dando corso alla bonifica di un terreno in cui sorgeva un letamaio che si estendeva per circa 2000 mq. La villa nella cui parte superiore, ove sorge l’ingresso principale, si notano i viali lastricati in porfido che dividono in quadroni le aree di terreno in cui fiorivano nella loro diversità e gioiosità di colori petunie, gerani, rose tra cui la quella imperiale, bocche di leone, margherite, ciclamini e altro, viali che erano circoscritti in ogni lato dalla folta siepe che donava alla villa un’armonia di stile unica a costituire l’elemento fondamentale del giardino all’italiana. Altro elemento fondamentale della nostra villa è la presenza di diverse specie arboree come pini, abeti, palme, salici, tigli e oleandri. La parte inferiore della villa, invece, si caratterizza per la bellissima scalinata in cotto e porfido in cui ai suoi lati si evidenziano i terrazzamenti dove continuano a riprodursi le specie arboree e floreali già descritte. Caratteristica particolare di questa villa è la presenza di un’area circolare di circa 60 mq utile a divenire sede naturale di una zona di ristoro immersa nei colori della vegetazione della villa. Nel corso di tutti questi anni ogni amministrazione comunale che si è succeduta, tranne l’attuale, si è sempre adoperata per continuare a dare la giusta sistemazione alle ville e ai parchi. Forse perché gli amministratori hanno avuto una particolare attenzione a mantenere inalterati gli standard dei giardini della loro città. Una villa simile sorge a Bompietro nella centralissima piazza delle Rimembrane che pur di dimensioni ridotte ha visto in questi ultimissimi giorni l’intervento nefasto di questa amministrazione che ha incaricato (?) personale specialistico (?) per sfoltire la vegetazione presente in modo da renderne inevitabilmente mortale il loro intervento. Così gli abeti, i pini e i tigli sono stati potati come fossero alberi da frutto. Mai decisione più sciagurata fù presa da un’amministrazione di potatori di pere che hanno deciso di tagliare le cime delle conifere come fossero alberi da frutto come pesche, mele, olive che sì vengono mantenuti ad un'altezza tale da renderne più agevole il raccolto. Leggere queste cose delle nostre ville è incredibile ma mentre oggi non abbiamo le foto che del passato descritto possiamo invece far vedere l’odierna realtà come dalle foto in testa pubblicate.

martedì 3 giugno 2008

La pubblica amministrazione non funziona? No, l’Amministrazione.

L’Amministratore di qualsiasi Ente, sia esso di natura privata o pubblica, deve organizzare la propria azione amministrativa in modo da avere cognizione della risorsa economica disponibile o necessaria a realizzare l’iniziativa programmata. Per tale proposito è indispensabilmente che l’Amministrazione si doti del necessario strumento contabile avendo cura di seguire le indicazioni di entrata e di spesa nel rispetto dell’equilibrio del bilancio. Il bilancio è, quindi, lo strumento indispensabile a garantire la gestione programmata delle risorse senza il quale si avrebbe un’amministrazione dell’Ente quantomeno improvvisata e precaria.
Strumento fondamentale dell’azione di indirizzo politico l’Amministrazione pubblica per la sua redazione deve tenere conto della relazione previsionale e programmatica
che illustra le caratteristiche generali della popolazione, del territorio, delle attività economiche, i bisogni dei cittadini, i servizi erogati, precisandone risorse umane, strumentali e tecnologiche. Esso deve comprendere, per la parte relativa all’entrata, una valutazione sui mezzi finanziari, individuando le fonti di finanziamento ed evidenziando l’andamento storico degli stessi ed i relativi vincoli, per la parte spesa, deve essere redatto per programmi ed eventuali progetti, rilevando l’entità e l’incidenza percentuale della previsione con riferimento alla spesa corrente consolidata, a quella di sviluppo ed a quella di investimento.
In diritto il termine amministrazione pubblica ha un duplice significato in senso oggettivo e in senso soggettivo. In senso oggettivo la funzione pubblica consistente nell’attività volta alla cura degli interessi della collettività predeterminati in sede di indirizzo politico; in senso soggettivo è l’insieme dei soggetti che esercitano tale funzione.
Quindi se gli attori coinvolti non svolgono in simbiosi la loro attività di indirizzo e di programmazione ogni azione diventa impossibile. Ma gli attori che impedivano l’azione sinergica non sono andati altrove? E allora chi frena questa amministrazione? C’è da specificare, infine, che essendo diretta alla cura di interessi pubblici predeterminati in sede politica, la funzione amministrativa è attività non libera nel fine. Infatti, quasi sempre è l’Amministrazione a stabilire l’interesse pubblico da perseguire, lasciando all’Organo amministrativo un margine più o meno ampio di scelta sul modo per farlo.
L’Organo esecutivo del Comune che ha il compito di individuare le necessità primarie della popolazione e del territorio e proporre le soluzioni possibili è la Giunta municipale; l’Organo di indirizzo politico che ha il compito, tra gli altri, di approvare il Bilancio di previsione, i piani triennali e il conto consuntivo, su proposta della Giunta è il Consiglio comunale.
Tutte le decisioni vengono adottate a mezzo di deliberazioni che sono atti amministrativi attraverso i quali gli Organi collegiali, la Giunta comunale ed il Consiglio, manifestano l’assunzione delle decisioni che vengono prese durante le rispettive riunioni.
Gestire l’attività della pubblica amministrazione è una responsabilità di cui si è chiamati a rispondere innanzi all’opinione pubblica per le promesse e gli impegni assunti con il corpo elettorale.
Ciò detto, questa amministrazione comunale per mezzo della Giunta e del Consiglio comunale non ha in nessun modo ottemperato alle disposizioni di legge in materia di bilancio.
Infatti, per quanto posso ricordare, in passato non si era mai verificato che, per propria volontà, l’amministrazione comunale non approvasse il bilancio senza motivo, la stessa funzione pubblica locale non comprende come mai la Giunta non abbia proceduto all’approvazione e alla trasmissione al Consiglio comunale del bilancio provvisorio per l’adozione definitiva. Ho l’impressione che qualcuno stando lontano da Bompietro, magari disteso a godersi il sole di questo inizio d’estate impegnato a sorseggiare un gin-tonic, si sia dimenticato che la sua è una responsabilità seria e onerosa e come tale necessita di un impegno costante e coscienzioso. Ed ho anche l’impressione che coloro che stanno a Bompietro pur conoscendo il disimpegno amministrativo non si sentono responsabilizzati ad intraprendere iniziative di buon senso per riportare nella giusta direzione l’azione amministrativa. Come si suole dire “ne l’acqua li bagna e neanche il vento li asciuga”.
Non è bello sentirsi richiamare per carenza di economie nell’organizzazione di manifestazioni che annualmente si ripropongono per consuetudine, tradizione o altro e non avere l’onestà di rispondere pubblicamente con la schietta verità che non sono le risorse economiche ma la volontà a mancare, visto che almeno stavolta pare non sia colpa del Presidente.
Giunta Municipale e Consiglio Comunale per la mancata approvazione del bilancio 2008 hanno le stesse responsabilità di cattiva amministrazione per il semplice motivo che come qualche anno fa due delle tre attuali minoranze di governo, oggi facenti capo ai gruppi rappresentati dal professore Di Gangi e dall’Avv. Maruca, si lodavano per l’approvazione del bilancio comunale ancor prima dell’adozione di quello regionale, non lamentando l’incapacità della Giunta allo stesso modo oggi non solo continuano a non lamentare adeguatamente l’immobilismo cronico della Giunta municipale ma non utilizzano in modo appropriato gli strumenti e i mezzi di cui gode il Consiglio per porre fine a questa anarchia amministrativa.
Non basta neanche il richiamo ricevuto dalla Direzione Generale dell’Assessorato alle Autonomie Locali con il quale si sollecitava l’approvazione del bilancio entro il passato 31 maggio 2008 e in difetto la nomina del commissario straordinario.
Ma perché la Giunta non vuole adottare il bilancio provvisorio? Cosa può esserci in questo bilancio di così tanto scabroso? Possibile che non ci siano obiettivi da raggiungere? Attività da programmare? Iniziative da adottare? Non è giustificabile neanche l’immobilismo della minoranza che non convoca la Conferenza dei Capi Gruppo, non convoca il Consiglio comunale, non chiede al Sindaco di riferire in Consiglio e non informa l’opinione pubblica. Eppure ha i numeri per farlo! Forse non lo fa perché il Sindaco non ha nessuna considerazione di questo Consiglio, prova ne è che fin’ora il numero uno di Palazzo Gangi ha portato in aula solo una relazione annuale invece che quattro come avrebbe dovuto per legge e Regolamento Comunale.
Con questa realtà amministrativa possiamo solo sperare che caronte faccia in fretta il suo dovere!