martedì 7 agosto 2012

Bompietro. Dimissioni in Consiglio e Giunta.

Finisce l'esperienza del consigliere comunale Giuseppe Di Gangi e al suo posto subentra il Sig. Francesco Bianco.
Anche la Giunta comunale di Bompietro, a causa di sopravvenuti impegni di carattere personale, perde la mano forte, esperta e preparata del Dr Albanese dimessosi dalla carcica di assessore comunale con delega per il bilancio, tributi, pubblica istruzione, pari opportunità e relazioni con il consiglio comunale. Ma qualche vocina fuori dal coro sostiene che le dimissioni siano arrivate per le continue incomprensioni con il Sindaco ritenutolo poco idoneo al ruolo ricoperto. Chi sà se sia vero? Ricordiamo che il Dott. Albanese, dopo la pensione, in breve tempo è passato da Palazzo Marino a Palazzo Ganci perchè fortemente voluto dal sindaco per dare credibilità alla sua giunta, alla sua azione politica, alla sua capacità amministrativa e potersi così riscattare del personale passato politico intriso di ingiuste maldicenze che ne precedono la fama. E chi se non un eccellente  amministratore come il Dr Albanese poteva essere l'uomo giusto a certificarne le sue qualità politica e amministrativa? Ma oggi, dopo una campagna elettorale improntata alla rinascita di Bompietro, una campagna elettorale celebrativa dell'ottimo DNA dei bompietrini, una campagna elettorale intrisa delle più svariate promesse, pare che Bompietro doveva divenire il luogo in cui dovevano sorgere 1) un centro internzaionale di ricerca sulle specie marine in via di estinzione, 2) un aeroporto internazionale, 3) una caserma dell'esercito, 4) un paese albergo capace di ospitare migliaia di villeggianti, 5) una sezione del Ministero di Grazia e Giustizia,  6) un centro ippico-cinofilo, 7) la caserma dei carabinieri, 8) la residenza estiva del delegato ONU per la crisi nel Medio-Oriente, e molto altro ancora. Ma, grazie a Striscia la Notizia, si scopre che a sorgere sarà un grande ristorante-pizzeria-tavola calda in luogo della piscina comunale, all'epoca voluta dall'attuale sindaco, e per il cui completamento occorrono ancora 900.000 euri! E pare che tutte le altre cose dette non si sono potute fare per colpa della minoranza che le ha ostacolate in tutti i modi. Ma ora per realizzare tutto quello promesso il sindaco, nella predica di fine processione della Madonna del Rosario, si è parecchio arrabbiato e ha detto che se qualcuno si opporrà ancora alle sue idee e non si riconoscono i suoi sforzi si arrabbierà ancora tantissimo! Per la verità sarà giusto arrabbiarsi ma che c'entra la processione della Madonna del Rosario? Sapientia ecclesiae docet? O no? In ogni caso l'arrabbiatura del sig. sindaco mi ricorda una poesia che voglio qui riportare semplicemente perchè scritta da un poeta altrettanto fortemente arrabbiato sin dall'anno 20 a.c. circa. Fedro:
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant
siti compulsi; superior stabat lupus
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgi causam intulit.
«Cur» — inquit — «turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?». Laniger contra timens:
«Qui possum, quaeso, facere, quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor».
Repulsus ille veritatis viribus:
«Ante hos sex rnenses male, ait, dixisti mihi».
Respondit agnus: «Equidem natus non eram».
«Pater hercle tuus, ille inquit, male dixit mihi».
Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula,
qui fictis causis innocentes opprimunt.

giovedì 2 agosto 2012

Audizione sul bilancio regionale. La Corte dei Conti alla Camera.

da http://livesicilia.it  di: Accursio Sabella

Il presidente delle Sezioni riunite Rita Arrigoni ha sottolineato come i 15 miliardi di crediti non riscossi siano in parte attribuibili a ritardi degli uffici statali.

Continua il monitoraggio di Roma sui conti siciliani. Anche oggi, così come avvenuto il 25 luglio, il Presidente della Sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti Rita Arrigoni accompagnata dal consigliere Anna Luisa Carra e dai referendari Paolo Bertozzi e Gioacchino Alessandro è stata ospite della Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei Deputati, nell’ambito di un ciclo di audizioni in merito all’autonomia finanziaria delle Regioni a Statuto speciale e delle Provincie autonome, “al fine – si legge in un comunicato della Corte dei conti - di approfondire lo stato dei conti pubblici della Regione siciliana”.
E i temi affrontati nell'audizione sono sempre quelli: le criticità del bilancio regionale, che alcune settimane fa avevano persino spinto il presidente del Consiglio Mario Monti a chiedere spiegazioni al governatore Lombardo. Anzi, l'audizione è stata quasi interamente occupata dalle questioni riguardanti gli ormai famigerati “residui” attivi, una montagna da 15 miliardi di euro iscritti in bilancio come entrate, ma non ancora materialmente riscossi dalla Regione. “Va segnalato – scrive però Rita Arrigoni nella sua relazione - come tali entrate siano direttamente gestite dagli Uffici periferici dell’amministrazione finanziaria dello Stato operanti in Sicilia, dei quali la Regione deve necessariamente avvalersi in relazione alle funzioni ad essi spettanti, connesse alla trasferita potestà amministrativa in tema di riscossione, anche se la funzione di accertamento in senso 'stretto', comprensiva dell’iscrizione a ruolo, mai trasferita, resta di competenza degli Uffici regionali”. Non solo. Secondo la Arrigoni, lo Stato centrale sarebbe stato in difetto anche in altre occasioni: “Va pur detto – si legge - come senza risposta sia rimasta l’esigenza più volte rappresentata dalla Regione siciliana di ottenere dai predetti Uffici statali una classificazione coerente con il diverso grado di esigibilità”. Una classificazione che chiarisca quali siano i residui dalla riscossione certa, o dubbia.
Tra l'altro, è stato descritta l'origine dei residui attivi in conto capitale, pari a oltre 7 miliardi. Soldi che sono dovuti a crediti vantati dalla Regione nei confronti dell'Unione europea per circa 2 miliardi e mezzo e nei confronti dello Stato per quasi 5 miliardi. Nella relazione della Corte, poi, è stato presentato un dettaglio di questi residui, assessorato per assessorato. E non è mancata anche una scheda sui reali numeri dei dipendenti della Regione siciliana, con un particolare “approfondimento” sui Forestali: nel 2011 ne sono stati impiegati 24.500.