lunedì 17 dicembre 2012

Ministro Profumo le belle parole non bastano più!




Oggi telefono a mia nipote per avere notizie del concorso e la trovo triste, avvilita e adirata. Le chiedo cos’è accaduto? E mi risponde: cos’è accaduto? È accaduto che, in barba ad ogni norma costituzionale, ci sono state disposizioni che non consentivano a tutti coloro i quali hanno il titolo richiesto di potere partecipare al concorso a cattedra. Infatti per partecipare alla selezione per la scuola dell'infanzia o primaria occorreva avere conseguito il diploma entro l’anno 2001-2002. Mentre, per la scuola media e superiore occorreva avere conseguito la laurea quinquennale entro l’anno 2002-2003.
Tutti i diplomati e i laureati nel decennio successivo siamo stati esclusi dal concorso e in parecchi ci siamo rivolti ai giudici amministrativi che ci hanno dato ragione con una "sospensiva" dandoci la possibilità di poter fare il concorso.
Oggi apprendo, dal giornale La Repubblica, che gli esclusi, purché in possesso dell'ordinanza cautelare emanata dai giudici, ci dovevamo presentare presso il liceo scientifico D'Alessandro di Bagheria per sostenere la prova secondo il calendario pubblicato sul sito www.usr.sicilia.it.
Finalmente giustizia è fatta! Ma mi rimane un dubbio, spero di sbagliarmi!
Mi presento per sostenere la prova pre-selettiva e inizio a rispondere alle domande quando all’improvviso tutto appare scritto in tedesco, ma io ho scelto come lingua straniera il francese! Ma che succede? Cerco aiuto nei componenti la commissione ma mi dicono che non si può far nulla. Tutto dipende dal programma! E così non sono più potuta andare avanti! Così si esaurisce il tempo a mia disposizione e il programma mi dice che ho risposto correttamente a 29 quesiti. Quindi: Fregata! Ora quel dubbio si ripresenta più forte di prima e penso è stato un caso? Viva l’Italia e la Costituzione!

mercoledì 5 dicembre 2012

In nome del Popolo italiano il Presidente della Repubblica



Il Presidente della Repubblica Italiana non può essere intercettato e, se per caso dovesse capitare di esserlo, le intercettazioni devono essere distrutte a prescindere dal contenuto delle stesse.
Quindi anche se dalle intercettazioni dovesse emergere che il Presidente della Repubblica stia preparando un colpo di stato o che avesse contatti con gruppi estremisti o relazioni con esponenti delle mafie o si appresti a interferire in azioni che, pur spettando ad altri Organi indipendenti dello Stato, mirano a indagare su questi presunti reati le intercettazioni non debbono essere usate e devono essere distrutte.
Io non sono né giurista né politico, e non sono magistrato, giudice o economista e da semplice cittadino penso, in nome di cosa lo Stato combatte le mafie e i gruppi sovversivi che attentano alla sovranità dello Stato se non in nome della democrazia?
Ma cos’è la democrazia? La democrazia è la concezione politica fondata sui principi della sovranità popolare, dell'uguaglianza giuridica dei cittadini, dell'attribuzione di diritti e doveri sanciti dalla costituzione, della separazione e indipendenza dei poteri dello Stato.
Già separazione e indipendenza dei Poteri dello Stato!
Credo che la separazione dei poteri è uno dei principi fondamentali dello stato di diritto e consiste nell'individuazione di tre funzioni pubbliche: legislazione, amministrazione e giurisdizione e nell'attribuzione delle stesse a tre distinti poteri dello stato, intesi come organi o complessi di organi dello Stato indipendenti dagli altri poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario. La nostra è una Repubblica a democrazia indiretta, perchè il potere è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo, ed ogni loro azione deve essere ricondotta alla Carta Costituzionale, alle Leggi, ai Principi, alla Moralità, alla Correttezza, alla Rettitudine: al Popolo d’Italia!
Il Presidente non è responsabile per gli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione, per cui può essere messo sotto accusa dal Parlamento. L'assenza di responsabilità, principio che discende dall'irresponsabilità reggia nata con le monarchie costituzionali, gli consente di poter adempiere alle sue funzioni di garante delle istituzioni stando al di sopra delle parti. Quindi non svolge alcuna funzione attiva nella determinazione e nell'attuazione dell'indirizzo politico ma vigila sul funzionamento del meccanismo costituzionale ed interviene nel momento in cui le regole che lo disciplinano non vengono osservate, al fine di assicurare il rispetto, formale e sostanziale, della Carta Costituzionale ed il mantenimento di un corretto equilibrio fra gli organi cui spetta la direzione politica del paese.
Ora io mi chiedo ma le mafie attentano alla Sovranità dello Stato, all’uguaglianza dei cittadini e alla Democrazia? Coloro che sono tenuti a vigilare affinché l’attentato non si compia hanno il dovere di indagare e di intervenire? Il Popolo d’Italia ha il dovere di denunciare? La mia risposta a tutti questi quesiti e SI, e credo che in nome di alchimie di principi di diritto tutto ciò diventa secondario e a pagare siano sempre e solo quanti non si possono più difendere: i morti!

martedì 6 novembre 2012

4 novembre 2012

     Juventus               Inernazionale             1 - 3

Vidal (in Off Side)     Milito - Milito - Palacio

martedì 25 settembre 2012

Polverini. E se non fosse come dice?

Un articolo del Corriere della Sera di Fiorenza Sarzanini, sotto riportato, pone in risalto aspetti inquietanti su cui riflette. Riflettere sul caso Regione Lazio per provare a caipre di tutte le altre realtà politiche in Italia siano Comuni, Province, Regioni o Enti della cui necessità si continua a parlare ma si fa ben poco per valutare come e dove intervenire per correggere eventuali distonie. Ma è tutto qui? Francamente credo sia solo la punta di un iceberg e compito dello Stato politico è quello di intervenire e correggere immediatamente. Se si vuole si può fare, costa poco e soprattutto è utile!
"Due delibere per moltiplicare i milioni. Il governatore sapeva dei soldi ai partiti.
Così la giunta autorizzava la lievitazione dei costi. Finanziamenti all'azienda del segretario udc Cesa
I documenti
Due delibere per moltiplicare i milioni. Il governatore sapeva dei soldi ai partiti. Così la giunta autorizzava la lievitazione dei costi. Finanziamenti all'azienda del segretario udc Cesa.
L'ex governatore della regione Lazio assediata dai microfoni dei giornalisti (Fotoservizi) ROMA - Gli aumenti di fondi per i partiti hanno sempre ottenuto il via libera della giunta della Regione Lazio. E dunque Renata Polverini non poteva non sapere, come invece ha sostenuto in questi giorni, che gli stanziamenti destinati al funzionamento dei gruppi fossero lievitati da un milione di euro a quattordici milioni di euro in appena due anni. La prova è in due «determinazioni» che sono state approvate nel 2011 e hanno elargito complessivamente otto milioni e centomila euro. Quel fiume di denaro arrivato ai consiglieri era dunque il frutto di una procedura che vedeva marciare insieme la giunta e il consiglio guidato da Mario Abbruzzese, senza controlli e soprattutto senza che ci fossero obiezioni a fronte di una lievitazione di costi che stava prosciugando le casse. E non solo a loro. Tra i contributi concessi dalla giunta c'è anche quello a una società di Lorenzo Cesa, il segretario dell'Udc.
I controlli affidati al Nucleo valutario fanno emergere i conteggi di quanto ogni consigliere aveva speso per soddisfare esigenze che poco o nulla avevano a che fare con l'attività politica. La prima relazione è stata consegnata ieri al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Alberto Pioletti che accusano di peculato l'ex capogruppo Franco Fiorito. Le loro verifiche procedono in parallelo con quelle disposte dai pubblici ministeri di Viterbo su una decina di fatture presentate da Francesco Battistoni e risultate contraffatte. Ieri Fiorito è stato interrogato come testimone e ha chiarito che «i soldi pagati sono quelli che risultavano nei documenti originali».
Il doppio stanziamento
La proposta numero 3729 porta la data del 24 febbraio 2011. Nella premessa firmata da Luca Fegatelli direttore del Dipartimento Istituzionale e Territorio, che dipende dalla governatrice, si ricorda come «il consiglio regionale comunica al presidente della giunta regionale i fabbisogni di spesa del consiglio». Si decide così che per il «funzionamento dei Gruppi siano necessari 5 milioni e 400 mila euro». E il 28 marzo successivo viene firmato il provvedimento per l'elargizione del denaro. Una somma evidentemente insufficiente, come si è visto in questi giorni. E infatti nove mesi dopo si decide di attingere nuovamente alle casse.
La relazione predisposta da Fegatelli è la numero 23569 del 5 dicembre 2011. Questa volta nelle motivazioni si ricorda che «il consiglio regionale, nell'ambito della propria autonomia funzionale prevista dallo Statuto, ha un proprio bilancio la cui formazione, gestione e rendicontazione sono disciplinate dal regolamento interno». Ma viene anche sottolineata l'esistenza della legge regionale che prevede come «il consiglio regionale comunica al presidente della giunta i fabbisogni di spesa del consiglio». Ed è proprio a questa norma che evidentemente si fa ricorso per concedere altri soldi. Due settimane dopo, il 21 dicembre, viene così deciso di erogare ulteriori fondi per un totale di 2 milioni e 700 mila euro.
L'accordo con Abbruzzese
Come mai, nonostante il consiglio avesse già autonomamente provveduto a far lievitare gli stanziamenti previsti, la giunta autorizzò la concessione di quelle risorse? Appare evidente che, quando si trattava di ottenere più soldi per le proprie spese, fossero tutti d'accordo. E infatti le cinque delibere dell'ufficio di presidenza del consiglio sono state votate all'unanimità, dunque anche dal Partito democratico e dall'Italia dei valori che sono all'opposizione. Ma c'è di più: gli organi che avrebbero dovuto controllare le procedure non hanno mai avanzato alcuna obiezione o rilievo. E lo dimostra la relazione dal presidente Mario Abbruzzese di una settimana fa quando, nel tentativo di rimanere tutti in carica, è stata votata la delibera che «azzerava l'erogazione dei fondi ai gruppi».
Scrive Abbruzzese: «C'è da evidenziare sia per il 2010 che per il 2011, che a fine anno l'ufficio di presidenza, con apposita deliberazione, approva la proposta di rendiconto del bilancio del consiglio. Tale proposta, dopo aver ottenuto il parere del «Co.re.co.co» (Comitato regionale di controllo dei conti) viene esaminata dalla Commissione Bilancio per il parere (che è stato positivo come quello del Co.re.co.co) e quindi approvata dal consiglio regionale con apposita delibera. Le relative risultanze confluiscono poi nel rendiconto generale di bilancio della Regione Lazio che è approvato con legge regionale. Dunque, con l'approvazione senza rilievi di entrambi i rendiconti - 2010 e 2011 - è confermata la regolarità della procedura di assegnazione ed erogazione».
I 38 bonifici esteri
Per i politici era dunque tutto regolare. Adesso sarà la magistratura a dover stabilire se sia davvero così. A Fiorito si contesta di aver sottratto illecitamente circa un milione e centomila euro. Una parte dei soldi era stata trasferita dai conti del Pdl ai suoi depositi personali aperti in Italia. Un'altra è finita all'estero. Secondo le ultime verifiche in appena tra mesi - dal 21 marzo 2012 al 2 luglio successivo - ha effettuato 38 bonifici verso la Spagna per un totale di 243.058 euro.
«Non ho rubato nulla - ripete l'ex capogruppo - ma se ho sbagliato sono pronto a restituire i 400 mila euro che sono tuttora su banche straniere». Tra le operazioni "sospette" ci sono tre accrediti effettuati in favore di Mireille Lucy Rejior che dovrebbe essere la persona delegata a occuparsi delle due ville che il politico possiede a Tenerife. «Quando l'esame della documentazione contabile sarà terminato - spiega il legale Carlo Taormina -, si comprenderà che Fiorito ha sempre seguito le regole».
L'Udc e l'Auditorium
I primi soldi sono arrivati quando il presidente della giunta era Piero Marrazzo. E finora nulla è cambiato. Tra i destinatari dei contributi c'è la società «I Borghi srl» che gestisce le attività culturali dell'Auditorium della Conciliazione a Roma. Il segretario dell'Udc e suo figlio Matteo detengono la metà delle quote dell'azienda e sin dal 2006 hanno potuto contare sui soldi che arrivavano dalla Regione Lazio.
Nel 2006 (giunta Marrazzo) arrivano 260 mila euro. Nel 2008, ancora col centrosinistra al governo regionale, altri 150 mila euro. Nel 2009 i finanziamenti sono due: 119 mila la prima volta e un milione e 80 mila euro quella successiva. Presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della società è stato dal 2007 al 2010 il capogruppo Udc alla Pisana Francesco Carducci Artenisio, già assessore alle politiche del Turismo e ai grandi eventi con Francesco Rutelli sindaco della Capitale, che adesso dichiara: «Mi sono dimesso da ogni incarico e ho venduto le mie quote appena sono entrato in Regione. Svolgevo quel ruolo da privato cittadino. Abbiamo preso fondi dalla Regione come dal Comune, ma sono andati diminuendo negli anni»."

martedì 7 agosto 2012

Bompietro. Dimissioni in Consiglio e Giunta.

Finisce l'esperienza del consigliere comunale Giuseppe Di Gangi e al suo posto subentra il Sig. Francesco Bianco.
Anche la Giunta comunale di Bompietro, a causa di sopravvenuti impegni di carattere personale, perde la mano forte, esperta e preparata del Dr Albanese dimessosi dalla carcica di assessore comunale con delega per il bilancio, tributi, pubblica istruzione, pari opportunità e relazioni con il consiglio comunale. Ma qualche vocina fuori dal coro sostiene che le dimissioni siano arrivate per le continue incomprensioni con il Sindaco ritenutolo poco idoneo al ruolo ricoperto. Chi sà se sia vero? Ricordiamo che il Dott. Albanese, dopo la pensione, in breve tempo è passato da Palazzo Marino a Palazzo Ganci perchè fortemente voluto dal sindaco per dare credibilità alla sua giunta, alla sua azione politica, alla sua capacità amministrativa e potersi così riscattare del personale passato politico intriso di ingiuste maldicenze che ne precedono la fama. E chi se non un eccellente  amministratore come il Dr Albanese poteva essere l'uomo giusto a certificarne le sue qualità politica e amministrativa? Ma oggi, dopo una campagna elettorale improntata alla rinascita di Bompietro, una campagna elettorale celebrativa dell'ottimo DNA dei bompietrini, una campagna elettorale intrisa delle più svariate promesse, pare che Bompietro doveva divenire il luogo in cui dovevano sorgere 1) un centro internzaionale di ricerca sulle specie marine in via di estinzione, 2) un aeroporto internazionale, 3) una caserma dell'esercito, 4) un paese albergo capace di ospitare migliaia di villeggianti, 5) una sezione del Ministero di Grazia e Giustizia,  6) un centro ippico-cinofilo, 7) la caserma dei carabinieri, 8) la residenza estiva del delegato ONU per la crisi nel Medio-Oriente, e molto altro ancora. Ma, grazie a Striscia la Notizia, si scopre che a sorgere sarà un grande ristorante-pizzeria-tavola calda in luogo della piscina comunale, all'epoca voluta dall'attuale sindaco, e per il cui completamento occorrono ancora 900.000 euri! E pare che tutte le altre cose dette non si sono potute fare per colpa della minoranza che le ha ostacolate in tutti i modi. Ma ora per realizzare tutto quello promesso il sindaco, nella predica di fine processione della Madonna del Rosario, si è parecchio arrabbiato e ha detto che se qualcuno si opporrà ancora alle sue idee e non si riconoscono i suoi sforzi si arrabbierà ancora tantissimo! Per la verità sarà giusto arrabbiarsi ma che c'entra la processione della Madonna del Rosario? Sapientia ecclesiae docet? O no? In ogni caso l'arrabbiatura del sig. sindaco mi ricorda una poesia che voglio qui riportare semplicemente perchè scritta da un poeta altrettanto fortemente arrabbiato sin dall'anno 20 a.c. circa. Fedro:
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant
siti compulsi; superior stabat lupus
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgi causam intulit.
«Cur» — inquit — «turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?». Laniger contra timens:
«Qui possum, quaeso, facere, quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor».
Repulsus ille veritatis viribus:
«Ante hos sex rnenses male, ait, dixisti mihi».
Respondit agnus: «Equidem natus non eram».
«Pater hercle tuus, ille inquit, male dixit mihi».
Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula,
qui fictis causis innocentes opprimunt.

giovedì 2 agosto 2012

Audizione sul bilancio regionale. La Corte dei Conti alla Camera.

da http://livesicilia.it  di: Accursio Sabella

Il presidente delle Sezioni riunite Rita Arrigoni ha sottolineato come i 15 miliardi di crediti non riscossi siano in parte attribuibili a ritardi degli uffici statali.

Continua il monitoraggio di Roma sui conti siciliani. Anche oggi, così come avvenuto il 25 luglio, il Presidente della Sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti Rita Arrigoni accompagnata dal consigliere Anna Luisa Carra e dai referendari Paolo Bertozzi e Gioacchino Alessandro è stata ospite della Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei Deputati, nell’ambito di un ciclo di audizioni in merito all’autonomia finanziaria delle Regioni a Statuto speciale e delle Provincie autonome, “al fine – si legge in un comunicato della Corte dei conti - di approfondire lo stato dei conti pubblici della Regione siciliana”.
E i temi affrontati nell'audizione sono sempre quelli: le criticità del bilancio regionale, che alcune settimane fa avevano persino spinto il presidente del Consiglio Mario Monti a chiedere spiegazioni al governatore Lombardo. Anzi, l'audizione è stata quasi interamente occupata dalle questioni riguardanti gli ormai famigerati “residui” attivi, una montagna da 15 miliardi di euro iscritti in bilancio come entrate, ma non ancora materialmente riscossi dalla Regione. “Va segnalato – scrive però Rita Arrigoni nella sua relazione - come tali entrate siano direttamente gestite dagli Uffici periferici dell’amministrazione finanziaria dello Stato operanti in Sicilia, dei quali la Regione deve necessariamente avvalersi in relazione alle funzioni ad essi spettanti, connesse alla trasferita potestà amministrativa in tema di riscossione, anche se la funzione di accertamento in senso 'stretto', comprensiva dell’iscrizione a ruolo, mai trasferita, resta di competenza degli Uffici regionali”. Non solo. Secondo la Arrigoni, lo Stato centrale sarebbe stato in difetto anche in altre occasioni: “Va pur detto – si legge - come senza risposta sia rimasta l’esigenza più volte rappresentata dalla Regione siciliana di ottenere dai predetti Uffici statali una classificazione coerente con il diverso grado di esigibilità”. Una classificazione che chiarisca quali siano i residui dalla riscossione certa, o dubbia.
Tra l'altro, è stato descritta l'origine dei residui attivi in conto capitale, pari a oltre 7 miliardi. Soldi che sono dovuti a crediti vantati dalla Regione nei confronti dell'Unione europea per circa 2 miliardi e mezzo e nei confronti dello Stato per quasi 5 miliardi. Nella relazione della Corte, poi, è stato presentato un dettaglio di questi residui, assessorato per assessorato. E non è mancata anche una scheda sui reali numeri dei dipendenti della Regione siciliana, con un particolare “approfondimento” sui Forestali: nel 2011 ne sono stati impiegati 24.500.

venerdì 6 luglio 2012

Le mani sulle coste della Sicilia

Tratto da www.linksicilia.it - di Giulio Ambrosetti (6/7/2012)
In queste ore tutti si chiedono perché il Pd siciliano, dopo aver annunciato ai quattro venti che avrebbe ‘sfiduciato’ il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, all’ultimo momento ha cambiato idea e. non solo lo ha salvato, ma ha dimostrato di non essere mai uscito dal Governo della Regione. Certo, non tutto il Partito siciliano è d’accordo su questa scelta di potere. Anche perché, questa volta, di mezzo c’è l’aggravante di mafia che la magistratura ha notificato al presidente della Regione.
Da qui una domanda: cos’è che impedisca ad Antonello Cracolici e a Giuseppe Lumia – e ai vertici romani del Pd che li appoggiano incondizionatamente – di uscire da questo Governo, accollandosi, anche, il rischio di essere accomunati in un giudizio negativo, da parte dell’opinione pubblica, su un presidente pesantemente indagato per mafia? La risposta non può che essere una: gli affari. Tra questi affari ci potrebbe essere quello sulla ‘cementificazione’ delle coste.
Su questa incredibile storia abbiamo effettuato un approfondimento. E abbiamo scoperto che il progetto di privatizzazione delle coste siciliane per i prossimi 50 anni è ancora in piedi. Ricordiamo che quando il quotidiano la Repubblica ha tirato fuori questa storia, il presidente della Regione, Lombardo, si sentì addirittura offeso perché, diceva, era “storia vecchia”. Lombardo, come al suo solito, non raccontava tutta la verità. Il progetto, allora, era ancora in piedi. E lo è ancora. Lombardo, Cracolici, Lumia e l’assessore Gaetano Armao, in realtà, erano stati colti con le mani nella marmellata. Ma andiamo con ordine. 
Lombardo, ricordiamolo, quando la repubblica tira fuori questa storia querela. Ma le parole dell’attuale presidente della Regione, si sa, sono piume al vento. Lombardo, per la cronaca, è il personaggio che, di fronte alla pesantissima impugnativa della legge di bilancio operata dal commissario dello Stato, annuncia ai quattro venti che pubblicherà la legge impugnata. Sono passati più di due mesi e noi ancora aspettiamo questa coraggiosa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana…
Il Governo ‘autonomista’ di Lombardo – supponiamo con la consulenza di Armao e Lumia, due personaggi che in queste cose ci sanno fare – mette in piedi una delle più grandi operazioni speculative della storia dell’Autonomia siciliana. Una speculazione dove l’interesse di 5 milioni di siciliani finisce sotto i piedi. La punta dell’iceberg di tale operazione è una grande società di nome Sidra che si occupa di dragaggi e di opere portuali in generale. La società fa parte di un grande e conosciuto gruppo belga.
Questa società si propone di intervenire sulle coste siciliane annunciando la realizzazione di opere di difesa costiera. Di fatto, gli interventi dovrebbero riguadare tutte le coste siciliane. Con ripascienti e consolidamenti.
Mimmo Fontana, segretario regionale di Legambiente Sicilia, che segue da sempre questa incredibile vicenda, ci spiega che l’erosione delle coste è dovuta a due fattori: la ‘cementificazione’ dei fiumi a monte, che impedisce l’apporto di detriti a valle (e quindi l’alimentazione, se così si può dire, delle spiagge); e gli interventi dell’uomo sulle coste, a cominciare dalla ‘cementificazione’ del territorio, anche con l’irrazionale realizzazione di opere a mare che non tengono conto del vento e delle correnti marine.
“A rigor di logica – ci dice Fontana – per risolvere questi proboemi bisognerebbe decementificare i fiumi e le coste della Sicilia”.
Ma, come abbiamo già accennato, i signori che vorrebbero ‘sistemare’ (per le feste, diciamo noi) le coste siciliane propongono, come già accennato, interventi di ripascimento e consolidamento. Ovvero interventi che non eliminano le cause del problema, ma che si limitano a mitigarne gli effetti. “Interventi insensati sul piano tecnico”, osserva Mimmo Fontana.
Il costo di questo progetto – anzi: di questi lavori da realizzare con la finanza di progetto (project financing) è di circa 680 milioni di euro. Naturalmente – e qui già cominciano le cose strane – si richiede un bel contributo alla Regione siciliana, che dovrebbe ‘cacciare’ 630 milioni di euro. “Cosicché l’intervento diventa anche illogico sul piano economico”, osserva ancora Legambiente Sicilia.
Ora cominciamo a entrare nel cuore dell’operazione. In questa partita non c’è solo Sidra. Dietro ci sono altre società. Tante società nazionali e siciliane. Tra le prime spunta la Gabetti, società leader, in Italia, nel settore immobiliare. Il segnale, preciso, che con la scusa del ‘risanamento’ delle coste si prepara un’impressionante colata di cemento alla faccia della tutela delle coste della Sicilia!.
Accanto alla Gabetti c’è una società del gruppo Marcegaglia. Si tratta del gruppo che fa capo all’ex presidente di Confindustria nazionale, Emma Marcegaglia. E qui abbiamo una seonda notizia: Marcegaglia significa, per l’appunto, Confindustria: che in Sicilia significa Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, presente nel Governo regionale con un proprio esponente: Marco Venturi, assessore alle Attività produttive. Dunque, nell’operazione troviamo anche l’accoppiata Montante-Marcegaglia.
Un terzo gruppo è il Ccc di Bologna. E’ la Lega nazionale delle cooperative. Di questo gruppo il garante, in Sicilia, è Giuseppe Lumia. I ‘compagni’ della Lega nazionale delle cooperative non hanno una bella tradizione in Sicilia. Tutt’altro. Sono quelli, per intendersi, che alla fine degli anni ’80 sono stati pescati, da chi scrive, in un’opera miliardaria e rigorosamente inutile (appalti ‘acquatici) in coppia con Filippo Salamone, allora discusso ‘re’ degli appalti pubblici siciliani. E sono sempre quelli del mega centro commerciale ‘La Torre’ di Palermo, un’incredibile colata di cemento senza nemmeno un filo di verde coni parcheggi senza copertura. E sono anche dentro l’operazione – per ora bloccata – del rigassificatore di Porto Empedocle, altra ‘delicatezza’ pensata dalla Regione di Totò Cuffaro e diventata operativa grazie al Governo Lombardo-Lumia-Cracolici. La dimostrazione che quandoci sono di mezzo gli affari la ‘decuffarizzazione’ tanto decatatta da Lombardo, Cracolici e Lumia va a farsi benedire.
Ma torniamo ai ‘compagni’ della Lega nazionale delle cooperative. Giusto per ricordare che il Ccc è un gruppo economico e imprenditoriale coinvolto nel ‘sistema Penati’, con riferimento a Filippo Penati, il dirigente del Pd lombardo, vicino al numero del Partito, Pierluigi Bersani, coinvolto in un vorticoso giro di appalti sul quale indaga la magistratura di Monza.
Penati è già uscito dalla scena politica. Ma Lombardo, Cracolici e Lumia hanno pensato bene di portare in Sicilia il gruppo Ccc. Questo spiega perché il Pd nazionale – Bersani, per intendersi – non ha mai smentito Cracolici e Lumia: perché di mezzo, per l’appunto, ci sono gli affari. E un affare del genere val bene un’alleanza con un presidente della Regione inquisito per mafia. Elemento, questo, che la dice lunga sull’antinafia del Pd, nazionale e regionale.
Continuiamo nel racconto. Nel complesso – come abbiamo scritto un mese fa circa, quando abbiamo dato spazio a un’interrogazione di Pino Apprendi, uno dei pochi parlamentari regionali di questo partito, forse l’unico, che si è esposto in questa storia - l’investimento per ‘salvare’ le coste siciliane ammonta a circa 3 miliardi e 166 milioni di euro.
Direte: una cifra enorme per un investimento privato (come già accennato, si tratta di finanza di progetto). Invece non è così. A parte il fatto che, come già accennato, il gruppo conta di intercettare 630 milioni di euro dalla Regione siciliana (che, detto per inciso, non capiamo dove la stessa Regione dovrebbe trovare questi soldi, visto che Lombardo e Armao l’hanno ridotta in bolletta), va detto che, a fronte di tale investimento, il gruppo che dovrebbe ‘risanare’ le coste siciliane avrebbe in ‘dono’ per trent’anni estensibili a cinquant’anni tutte le coste della Sicilia.
La vera operazione non è certo la tutela delle coste ma, semmai, la ‘cementificazione’ delle coste siciliane con alberghi, porti turistici e attività commerciali varie. Tutte privatizzate. Questa è ll’autonomia di Lombardo, Cracolici, Lumia e Armao: tutte le coste nelle mani dei privati. Veri ‘Autonomisti’ i nostri governanti, no?
Certo, in Sicilia ci sono le leggi per evitare le ‘cementificazione’ delle coste. C’è la legge numero 78 del 1976. Che sancisce l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia. Una legge che è stata già cambiata, ricordiamolo, proprio in questa disgraziata legislatura, per consentire al gruppo Forte di realizzare le buche dei campi da golf dalle parti di Sciacca. In ogni caso, ci sono pronti gli Accordi di programma che consentono di andare in deroga alle leggi, là dove ci dovessero essere problemi per cambiarle. Insomma, i presupposti per ‘cementificare’ le coste siciliane ci sono tutti, grazie all’autonomista Lombardo, al Pd e ai ‘compagni’ di Sesto san Giovanni, pardon, del Ccc.
Stiamo arrivando alla sfacciatagine di Lombardo. Alla sua annunciata querela a la Repubblica. Chi decide su questo progetto faraonico dell’autonomista Lombardo e degli autonomisti Cracolici, Lumia e Armao? Il presidente della Regione ha pensato a tutto. Istituendo la ‘Cabina di regia’.
In pratica, il presidente Lombardo ha costituito una sorta di ‘Governo parallelo’, come fece alla fine degli anni ’80 l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi. Solo che allora Nicolosi si trovò il Pci di Gianni Parisi contro. Mentre oggi gli eredi del Pci – Cracolici e Lumia – sono con Lombardo.
Ed è stata proprio la ‘Cabina di regia’ a ‘pilotare’ l’operazione fino a un certo punto. Poi… Qui comincia un’altra storia. L’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo – che in questa storia, come vedremo, si è comportato bene, cioè da governante che fa gli interessi della Sicilia e non dei comitati di affari – a fine febbraio di quest’anno ha fatto approvare il Regolamento sugli appalti pubblici. Legge alla mano, la competenza sulla finanza di progetto spetta all’assesorato alle Infrastrutture e non alla Cabina di regia.
Cominciano le pressioni – a quanto si racconta fortissime – sull’allora assessore Pier Carmelo Russo. L’obiettivo è quello di fargli cambiare idea, cedendo alla Cabina di regia le competenze sul mega-progetto di ‘cementificazione’ delle coste siciliane. Ma Pier Carmelo Russo non cede. Anzi.
Inizia un braccio di ferro. Più volte, in giunta, la tensione tra il presidente della Regione e l’assessore alle Infrastrutture è alle stelle. E’ evidente che Lombardo, contrariamente a quanto ha affermato dopo l’articolo de la Repubblica, non ha alcuna intenzione di mollare il progetto.
Su questo periodo di tensioni tra Lombardo e Pier Carmelo Russo è agli atti un fitto e interessantissimo scambio epistolare. Lettere, con tanto di protocollo, che rimangono a futura memoria.
Pier Carmelo Russo tiene la posizione. In questa storia, lo ripetiamo, è l’unico che dimostra di avere senso dello Stato, senso delle istituzioni e, soprattutto, è l’unico che difende l’interesse pubblico, cioè gli interessi dei 5 milioni di siciliani. Mettendosi contro i ‘briganti’ che stanno dentro la giunta regionale e dentro il Pd siciliano.
Alla fine la Cabina di regia – altro strumento di grandi affari che merterebbe un approfondimento – verrà sciolta. Passa la linea di Pier Carmelo Russo. Ed è anche logico: dopo il fitto scambio epistolare, sarebbe stato un errore lasciare in vita la Cabina di regia. Troppe ‘molliche’. Lombardo e i comitati di affari non sono stupidi. 
Ma anche Pier Carmelo Russo andrà via dal Governo. Non prima di aver ricevuto un ‘avvertimento’ da Lombardo, che nel piano della polemica su questo progetto infame di ‘cementtificazione’ delle coste siciliane, a un certo punto, in un’intervista, dirà: “Mi difenderà Pier Carmelo Russo…”.
Siamo arrivati a luglio. Cioè ai nostri giorni. Il Pd siciliano, all’ ‘affaccciata’, è fuori dal Governo. In realtà, è ancora saldo alleato di Lombardo. O, almeno, alleati del Governo sono Cracolici e Lumia. Con il probabile appoggio del Pd romano.
La mozione di sfiducia al Governo Lombardo è stata messa in mezzo dal segretario regionale del Partito, Giuseppe Lupo. Anche se questa mossa, con rispetto parlando, sa più di Sergio D’Antoni che di Lupo. E’ una mossa abile. Per costringere Lumia e Cracolici a venire allo scoperto. Per sputtanarli pubblicamente. Mossa riuscita. Perché, pescati ancora una volta con le mani nel sacco, Cracolici e Lumia sono costretti a presentarsi per quello che sono: politicamente parlando, due imbroglioni, che dicevano di essere all’opposizione e che, invece, erano – e sono – ancora dentro il Governo.
Lombardo è salvo. Tirerà a campare sino a fine luglio. Apprendi, ieri sera, lasciava intendere che a fine luglio il presidente potrebbe non dimettersi. L’operazione ‘cementificazione delle coste è ancora in piedi. Lombardo e compagni non l’hanno rimossa. Tesi campata in aria? Può darsi. Ma può essere anche che non ci sbagliamo.
Ci sono altri fatti. Altri retroscena che non depongono bene. C’è una società - Arenaria – che ha presentato progetti per la coltivazione di cave sottomarine. Un di questi progetti – che avrebbe dovuto essere realizzato dalle parti di Pozzallo – è stato ‘bocciato’. Un secondo progetto, dalle parti di Trapani, non è stato non ‘bocciato’, ma gravato di rilievi. E probabile che quando Lombardo parla di “cose vecchie” si riferisca a questi due progetti.
Solo che c’è anche un terzo progetto che, invece – sorpresa delle sorprese – è stato approvato. E’ il progetto per la coltivazione di una cava sottomarina dalle parti di Termini Imerese (guarda caso, il’feudo’ elettorale di Lumia).
Che si fa con la coltivazione di una cava sottomarina? Si prende la sabbia. Che si fa con la sabbia? Il ripascimento. Proprio la prima parte del progetto di ‘cementificazione’ delle coste siciliane. Un caso?
Possibile che il Governo regionale più sfasciato e più inutile della storia dell’Autonomia voglia portare a termine la più grossa operazione affaristico-cementizia della storia dell’Autonomia?
L’onorevole Davide Faraone, da sempre contrario alla partecipazione del Pd alla giunta Lombardo, dice che con la decisione, adottata qualche giorno fa dal Pd, di rimangiarsi la mozione di sfiducia al Governo Lombardo, il Partito sta facendo ridere la Sicilia e i siciliani. Noi, purtroppo, osservando quello che sta succedendo, non troviamo nulla da ridere. 
Noi siamo ai fatti. La Cabina di regia non c’è più. La parola, su questo grande progetto, passa all’assessore regionale alle Infrastrutture. Su questa poltrona c’è una gran persona per bene, l’imprenditore Andrea Vecchio, un uomo conosciuto per la sua opposizione al racket.
Che farà l’assessore Vecchio? Terrà la posizione del suo predecessore o farà passare questo incredibile progetto di ‘cementificazone’ del territorio?
E’ quello che vedremo nei prossimi giorni.
Se è tutto vero cosa si può dire? Se è tutto vero come si può dire chi è meglio e chi è peggio? Se è tutto vero come si può scegliere? Se è tutto vero perchè votare?

giovedì 31 maggio 2012

Ma sempre la benzina!

L’aumento delle accise di 2 centesimi deciso dal governo per la ricostruzione post-terremoto è solo l’ultimo di una lunga serie di balzelli che appesantiscono il prezzo della benzina. Per risalire al primo intervento occorre andare addirittura al 1935, quando venne stabilito un aumento di 1,90 lire per la guerra in Abissinia, ecco l’elenco di tutti i ritocchi.
  1. 1935 +1,90 lire per la guerra di Abissinia
  2. 1956 +14 lire per la crisi di Suez
  3. 1963 +10 lire per il disastro del Vajont
  4. 1966 +10 lire per l’alluvione di Firenze
  5. 1969 +10 lire per il terremoto del Belice
  6. 1976 +99 lire per il terremoto del Friuli
  7. 1980 +75 lire per il terremoto dell’Irpinia
  8. 1982 +100 lire per la missione in Libano
  9. 1983 +105 lire per la missione in Libano
  10. 1996 +22 lire per la missione in Bosnia
  11. 2003 +0,017 euro per contratto autoferrotranvieri
  12. 2005 +0,005 euro per rinnovo autobus pubblici
  13. 2011 6 aprile +0,0073 euro per finanziamento FUS
  14. 2011 1 giugno +0,0400 euro per emergenza immigrati
  15. 2011 1 luglio +0,0019 euro per finanziamento FUS
  16. 2011 1 novembre +0,0089 euro per alluvioni Liguria e Toscana
  17. 2011 6 dicembre +0,0820 euro con il decreto Salva Italia
  18. 2012 30 maggio +0,020 euro per il terremoto in Emilia

martedì 8 maggio 2012

Elezioni Comunali 2012 Alte Madonie - Risultati


RISULTATI  ELEZIONI  COMUNALI  2012
Provincia di Palermo - Alte Madonie - Cefalù
Comune
Candidato Sindaco / Lista
Voti
%
ALIAGUCCIONE ANTONINO detto NINO     826 40,87%
TODARO FRANCESCO  1.195 59,13%
Totale  2.021
ALLEANZA PER ALIA - GUCCIONE SINDACO  1.085 42,10%
TODARO SINDACO - ALIA NEL CUORE  1.492 57,90%
Totale  2.577
BLUFIGIUSEPPE RIMICCI (LISTA GIOVENTÙ – ESPERIENZA – UNITI PER BLUFI)     239 46,14%
CALOGERO BRUCATO (LISTA L’IMPEGNO CONTINUA – BRUCATO SINDACO)     279 53,86%
Totale     518
GIOVENTU' ESPERIENZA - UNITI PER BLUFI     315 45,19%
L'IMPEGNO CONTINUA - BRUCATO SINDACO     382 54,81%
Totale     697
CASTELBUONOSTEFANO POLIZZOTTO (LISTA CASTELBUONO LIBERA)  1.506 27,49%
ANTONIO TUMMINELLO (LISTA CASTELBUONO IN MOVIMENTO)  2.081 37,98%
PEPPE NORATA (LISTA L’ULIVO PER CASTELBUONO CON UNIONE CIVICA DI CENTRO)  1.892 34,53%
Totale  5.479
CASTELBUONO LIBERA  1.697 28,25%
CASTELBUONO IN MOVIMENTO  2.501 41,63%
L'ULIVO PER CASTELBUONO - CON UNIONE CIVICA DI CENTRO  1.810 30,13%
Totale  6.008
CASTELLANA SICULAINTRIVICI GIUSEPPE     609 29,01%
DI MARTINO GIUSEPPE detto PINO     937 44,64%
FIANDACA DANIELA     553 26,35%
Totale  2.099
VIVERE CASTELLANA     739 30,64%
PROGETTO DEMOCRAZIA - DI MARTINO SINDACO  1.054 43,70%
PER IL BENE COMUNE - DANIELA FIANDACA     619 25,66%
Totale  2.412
CEFALU’ROSARIO LAPUNZINA (PD)  3.325 40,23%
EDOARDO CROCI (PDL)  2.190 26,50%
VITTORIO SGARBI (CEFALÙ CAMBIA)  1.621 19,62%
ROSA MARIA TESTA (CEFALU' VIVA)     204 2,47%
GIUSEPPE GUERCIO (PID)     721 8,72%
MAURO CALIO' (CEFALU' POSSIBILE)     203 2,46%
Totale  8.264
SVOLTA DEMOCRATICA  1.339 14,10%
CASINI - UNIONE DI CENTRO     428 4,51%
PD - PARTITO DEMOCRATICO  1.279 13,47%
MPA - MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE - ALLEATI PER IL SUD     246 2,59%
Totale Coalizione  3.292
GRANDE SUD MICCICHE'  1.244 13,10%
LEALI PER CEFALU'     673 7,09%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'     821 8,64%
URBE CITTA' NUOVA     614 6,46%
Totale Coalizione  3.352
CEFALU' CAMBIA - SGARBI SINDACO     650 6,84%
PARTITO DELLA RIVOLUZIONE - CEFALU' LABORATORIO SGARBI     707 7,44%
Totale Coalizione  1.357
ROSA MARIA TESTA - CEFALU' VIVA     221 2,33%
Totale Coalizione     221
ONESTA' E TRADIZIONE - GUERCIO SINDACO     547 5,76%
CANTIERE POPOLARE     389 4,10%
Totale Coalizione     936
CEFALU' POSSIBILE - MAURO CALIO' SINDACO CON VENDOLA     340 3,58%
Totale Coalizione     340
Totale  9.498
ISNELLOMOGAVERO GIUSEPPE     748 91,89%
ALBERTI GIUSEPPE       66 8,11%
Totale     814
RINASCITA     872 89,99%
ALTERNATIVA       97 10,01%
Totale     969
GANGIGIUSEPPE FERRARELLO (GANGI PROTAGONISTA)  2.889 70,76%
MICHELE FERRARO (GANGI LIBERA)  1.194 29,24%
Totale  4.083
GANGI PROTAGONISTA - GIUSEPPE FERRARELLO SINDACO  3.390 69,77%
GANGI LIBERA CON FERRARO SINDACO  1.469 30,23%
Totale  4.859
PETRALIA SOPRANAPIETRO MACALUSO (INSIEME CON TE)  1.209 57,74%
NINO MIRANTI (CONTINUITÀ E PROGRESSO)      885 42,26%
  2.094
INSIEME CON TE - PIETRO MACALUSO SINDACO  1.319 55,51%
PETRALIA SOPRANA ANTONINO MIRANTI SINDACO CONTINUITA' E PROGRESSO  1.057 44,49%
Totale  2.376
PETRALIA SOTTANAVINCENZO OCCORSO (VIVERE PETRALIA)      530 28,79%
SANTO INGUAGGIATO (UNITÀ CITTADINA PETRALIA)     973 52,85%
GIUSEPPE CARAPEZZA (PROGETTO PER PETRALIA)     338 18,36%
Totale  1.841
VIVERE PETRALIA - OCCORSO SINDACO     649 31,31%
UNITA' CITTADINA PETRALIA     967 46,65%
UNIONE CIVICA - PROGETTO PER PETRALIA     457 22,05%
Totale  2.073
Dati pubblicati a titolo informativo. Le percentuali sono calcolate in base ai voti / il totale del numero di voti