Da qualche mese seguo, con
interesse e curiosità, quello che i media, con grande affanno, ci somministrano, cercando, loro stessi, di
comprendere le gesta, le dichiarazioni e i comportamenti di quelli che fino a
gennaio scorso erano gli illustri sconosciuti della politica italiana.
Molto spesso e fino a oggi i partiti
politici classici, compresi quelli della così detta seconda repubblica mai
iniziata, si sono comportati fregandosene della volontà popolare e dei bisogni
della Nazione che emergevano dopo la campagna elettorale, così ciascun deputato
o senatore nell’ambito dell’ideale disponibilità del proprio partito politico ha
proposto ed eventualmente adottato atti che ha ritenuto utili e necessari.
Anche se utilità e bisogno non
sempre sono state tali e le informazioni ancora meno, risultando così disinformative
per i cittadini e finendo per dare spazio al risorgere di meccanismi di mala politica
e di corruzione che tutti hanno detto di volere eliminare. Basta leggere le cronache
dei quotidiani e dei rotocalchi televisivi per vedere come la rivoluzione politico-culturale
del 1994 non abbia mai partorito nulla di utile per il popolo italiano,
ovviamente privilegiati esclusi.
Si potrebbe continuare all’infinito
ed elencare le peggiori cose avvenute in Italia e non denunciati da tutti nel
modo dovuto.
Oggi con grande stupore vedo la
difficoltà della stampa non solo a cercare il dialogo ma anche, ove questa
ricerca di dialogo avvenga, ad assumere di un comportamento aggressivo verso alcuni dei
nuovi del Parlamento italiano. Noto una stampa dedita a cercare con ogni
mezzuccio i lati negativi della novità, che ci sono come in ogni buona cosa che
si vuole fare e si può migliorare.
Se la stampa libera dal potere fascista
avrebbe trattato così quanti iniziavano la battaglia della resistenza oggi
avremmo la stessa democrazia?
Da cosa nasce questa diffidenza
nel credere che un comportamento nuovo della politica italiana, che coinvolga
direttamente il popolo, possa essere disastroso per l’Italia?
Si potrebbero pensare tante cose
ma credo che una più di tutte sia quella più veritiera: la paura.
Loro hanno paura di non essere né
indispensabili né tanto meno utili al processo di rinnovamento della classe
politica che è iniziato, perché i nuovi mezzi di comunicazione mettono a
disposizione di tutti la possibilità di informare tanti, senza sottostare a
condizioni di favore nel riportare la notizia in modo da, eventualmente, farla divenire
presentabile.
Loro hanno paura che cessi il
vincolo di mandato così come scritto nella Carta Costituzionale e spesso parafulmine
per giustificare comportamenti altrimenti ingiustificabili.
Ma la loro paura non coincide con
la voglia di giustizia che emerge forte dal popolo italiano che, dal 1948,
aspettava questo linguaggio diretto, forte e preciso che vuole segnalare e
combattere il malaffare e la mala amministrazione, come avviene nelle
democrazie forti e giuste con il proprio Popolo e con i Popoli delle altre Nazioni.
Credo, quindi, che quanti sono contrari debbano cominciare a farsene una
ragione se vogliono informare tutti e non solo una ridottissima parte di
cittadini.
E credo che mai come oggi ci sia
bisogno di tanti coraggiosi che affluiscano nei torrenti dell’orgoglio per farli
straripare nel fiume delle giustezze. Spero che la stampa italiana non perda
questa grande occasione.
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