giovedì 18 aprile 2013

Ma veramente non hanno capito?


Da qualche mese seguo, con interesse e curiosità, quello che i media, con grande affanno, ci somministrano, cercando, loro stessi, di comprendere le gesta, le dichiarazioni e i comportamenti di quelli che fino a gennaio scorso erano gli illustri sconosciuti della politica italiana.
Molto spesso e fino a oggi i partiti politici classici, compresi quelli della così detta seconda repubblica mai iniziata, si sono comportati fregandosene della volontà popolare e dei bisogni della Nazione che emergevano dopo la campagna elettorale, così ciascun deputato o senatore nell’ambito dell’ideale disponibilità del proprio partito politico ha proposto ed eventualmente adottato atti che ha ritenuto utili e necessari.
Anche se utilità e bisogno non sempre sono state tali e le informazioni ancora meno, risultando così disinformative per i cittadini e finendo per dare spazio al risorgere di meccanismi di mala politica e di corruzione che tutti hanno detto di volere eliminare. Basta leggere le cronache dei quotidiani e dei rotocalchi televisivi per vedere come la rivoluzione politico-culturale del 1994 non abbia mai partorito nulla di utile per il popolo italiano, ovviamente privilegiati esclusi.
Si potrebbe continuare all’infinito ed elencare le peggiori cose avvenute in Italia e non denunciati da tutti nel modo dovuto.
Oggi con grande stupore vedo la difficoltà della stampa non solo a cercare il dialogo ma anche, ove questa ricerca di dialogo avvenga, ad assumere di un comportamento aggressivo verso alcuni dei nuovi del Parlamento italiano. Noto una stampa dedita a cercare con ogni mezzuccio i lati negativi della novità, che ci sono come in ogni buona cosa che si vuole fare e si può migliorare.
Se la stampa libera dal potere fascista avrebbe trattato così quanti iniziavano la battaglia della resistenza oggi avremmo la stessa democrazia?
Da cosa nasce questa diffidenza nel credere che un comportamento nuovo della politica italiana, che coinvolga direttamente il popolo, possa essere disastroso per l’Italia?
Si potrebbero pensare tante cose ma credo che una più di tutte sia quella più veritiera: la paura.
Loro hanno paura di non essere né indispensabili né tanto meno utili al processo di rinnovamento della classe politica che è iniziato, perché i nuovi mezzi di comunicazione mettono a disposizione di tutti la possibilità di informare tanti, senza sottostare a condizioni di favore nel riportare la notizia in modo da, eventualmente, farla divenire presentabile.
Loro hanno paura che cessi il vincolo di mandato così come scritto nella Carta Costituzionale e spesso parafulmine per giustificare comportamenti altrimenti ingiustificabili.
Ma la loro paura non coincide con la voglia di giustizia che emerge forte dal popolo italiano che, dal 1948, aspettava questo linguaggio diretto, forte e preciso che vuole segnalare e combattere il malaffare e la mala amministrazione, come avviene nelle democrazie forti e giuste con il proprio Popolo e con i Popoli delle altre Nazioni. Credo, quindi, che quanti sono contrari debbano cominciare a farsene una ragione se vogliono informare tutti e non solo una ridottissima parte di cittadini.
E credo che mai come oggi ci sia bisogno di tanti coraggiosi che affluiscano nei torrenti dell’orgoglio per farli straripare nel fiume delle giustezze. Spero che la stampa italiana non perda questa grande occasione.

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