domenica 13 luglio 2008

L'Isola che non c'è

C’era una volta il Regno degli Elmi che dai Monti Belli si estendeva in ogni parte giù per tutta la vallata fino al fiume torto, occupando così quasi tutta l’Isola Bella tranne un lembo di terra abitato dall’odiato popolo dei Berberi. Gli Elmi erano un popolo mite e variegato dedito sia all’agricoltura e alla pastorizia che alla pesca, essi furono soprattutto un popolo di innovatori, loro per primi scoprirono e coltivarono il grano. L’Isola Bella dopo Re Gentile, famoso per aver condotto gli Elmi alla vittoria nella secolare guerra contro gli Berberi, fù governata per circa 25 anni da Re Albanova che regnò con fermezza, sagacia e sapienza conducendo gli Elmi verso un periodo di lunga pace e benessere facendo raggiungere all’Isola un notevole splendore ben visibile anche a quanti ne solcavano i mari che la circondavano. Tutti quelli che passavano da lì ammiravano i colori dei campi, sentivano il profumo delle coltivazioni, udivano i suoni e i canti delle feste. Così si sparse per il mondo la notizia di questa terra prosperosa abitata da genti i cui campi avevano i colori dell’oro, del rubino e dello smeraldo e i loro raccolti avevano un profumo intenso e suggestionante ma soprattutto era una terra protetta dagli Dei e per questo vi si svolgevano sempre feste di ringraziamento. Così, attratti dalla ricchezza, molti Principi della Sciagura alleati dei Berberi iniziarono le ostilità verso questa terra rigogliosa e benedetta dagli Dei per cercare di conquistarla. Ma le robuste mura e il possente esercito elmese respinse ogni attacco nemico. Adirati per le sconfitte subite i Principi della Sciagura rinunciarono alle armi e ottennero la pace da Re Albanova che concesse loro il privilegio di iniziare un periodo di collaborazione affinché la sapienza dei cittadini dell’Isola Bella potesse essere insegnata anche a quanti la volessero apprendere per darne ricchezza alla loro genti. Ma giunti sull’Isola i Principi della Sciagura ben presto si accorsero che per importare e raggiungere il tenore e la qualità della ricchezza elmese nei loro Imperi ci sarebbe voluto tanto tempo ma così tanto tempo che loro non sarebbero mai riusciti a giovarsi e a godere di tali ricchezze. Così cominciarono a tramare l’inganno che da lì a poco li avrebbe portati al comando del Regno più ambito e alla sua decadenza. Con arguzia finsero di impegnarsi nello studio, nell’apprendimento delle arti e dei mestieri, si fecero amare dal popolo, al quale promettevano ricchezza e prosperità, al tal punto da essere nominati Cavalieri dell’Onore entrando alla Corte del Re a decidere le scelte per la vita dell’Isola. Per la prima volta nella storia del Regno degli Elmi i Principi della Sciagura, stranieri e Berberi, entrarono a Corte ricevendo il titolo di Cavaliere dell’Onore. Il Re, che all’inizio era entusiasta del loro comportamento, ben presto cominciò a sospettare delle loro azioni, dei loro interessi e soprattutto delle loro ricchezze accumulate a discapito dei loro poveri e illusi patrocinanti. Così un bel giorno il Re decise di convocare il Gran Consiglio dell’Onore per decidere del da farsi per riportare l’ordine nel Regno. I Cavalieri giunsero a Pergusa, la capitale del Regno, da ogni parte dell’Isola per partecipare all’adunanza del Gran Consiglio dell’Onore, ma nel corso dell’adunanza l’ordine venne sovvertito e il Re, accusato di essere un tiranno, fù detronizzato e al suo posto si decise di insediare un manipolo di Principi della Sciagura perché in coorte governassero per il bene del Regno. Questi costrinsero i Cavalieri fedeli al Re a trovare riparo in terre lontane e il Re a subire una lunga serie di soprusi e soperchierie che lo portarono dalla gloria alla malattia e alla morte. Così i nuovi successori per incapacità e per inadeguatezza dopo un periodo di apparente stabilità condussero gli Elmi verso una guerra fratricida che portò il Regno verso la corruzione, la decadenza, l’imbarbarimento, la dissolutezza. Per tanto tempo lo sconforto e la rassegnazione regnarono nella terra dell’ingegno e della laboriosità fino a quando gli esuli fecero ritorno in Patria e cominciarono a organizzarsi per riprendersi la terra dei loro padri, ridare lustro alle loro genti e alla loro storia. Così dopo quindici anni gli Elmi riconquistarono l’Isola Bella ed ebbero un nuovo Re. Il Re Giovane che riportò il Regno verso la moralità, l’integrità, la rettitudine, la morigeratezza. Il Re diede a tutti la possibilità di riavere un’occasione per ricominciare la vita da là dove era stata interrotta. Ma purtroppo nella società elmese il seme dell’invidia e della zizzania era divenuto inestirpabile e così dopo un breve periodo i Principi della Sciagura si allearono nuovamente con i Berberi e riconquistarono il trono del Regno degli Elmi. Ma nell’estate dell’anno 3002 una immane tragedia si abbatté sull’Isola Bella. Un fortissimo terremoto ne scosse la terra. Il sisma colpì l’Isola con immane violenza da ridurla a un cumulo di macerie. Da tutta l’isola si levavano grida di dolore e disperazione e l’odore acre della morte ne avvolgeva la terra. Trascorso qualche tempo a Pergusa e in ogni parte dell’Isola si riprese a ricostruire ogni cosa e nuove figure si affacciarono a governare Pergusa e l’Isola Bella. Ma l’inadeguatezza ha continuato a regnare sovrana. Sfiduciata e sopraffatta dalle divisioni e dalla inadeguatezza dei propri Re che si succedettero dopo il cataclisma, nella popolazione dell’Isola il ricordo ha continuato a essere mezzo di divisione e il rancore strumento di sopraffazione. Così all’improvviso l’Isola Bella scomparve inghiottita dal mare che la circondava a causa delle sue divisioni e delle continue sopraffazioni tanto che oggi nessuno sa indicare dov’era l’Isola Bella.

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